AAA – ultimo numero

Sound and Silence –

Cosa significa “assolo” ? … “fare l’amore col silenzio”.

I partecipanti sono invitati a realizzare assoli su una base di pattern vocali. 
Il Silenzio è un ingrediente di estrema importanza! 
Vengono proposti esercizi per sviluppare le proprie capacità di ascolto, pattern e melodie con pause in punti specifici delle misure, così da dover distribuire le idee musicali in modo non convenzionale, migliorare la gestione del tempo e usare la voce più come strumento. Come produrre suoni strumentali con la tua voce 
(metodo EVT –  Estill Voice Training). Guarda il trailer su YouTube “The Orchestra in the Mouth”.
OiM page    https://www.robertodemo.net/la-tua-voce-ha-un-potenziale-incredibile/
EVT page    https://www.robertodemo.net/evt-estill-voice-training-voicecraft/
 
 

Canta che ti passa

Pare che l’espressione sia stata incisa in una trincea da un soldato sconosciuto durante la prima guerra mondiale: l’ufficiale e scrittore Piero Jahier la trascrisse come epigrafe di una raccolta di Canti del soldato (Milano, 1919). Nella prefazione (firmata con lo pseudonimo di Pietro Barba), Jahier parla del «buon consiglio che un fante compagno aveva graffiato nella parete della dolina: canta che ti passa».

In realtà la funzione terapeutica del canto è nota sin dall’antichità, e ha ispirato miti come quelli del cantore Orfeo. Restando nell’ambito della letteratura italiana, si veda questo verso di Petrarca (Canzoniere XXIII, 4): Perché cantando il duol si disacerba.

Il mito di Orfeo pare risalga almeno al V secolo a.C., ma personalmente sono convinto che l’origine, non tanto del proverbio quanto della veridicità di questa pratica, almeno nella sua forma più istintiva ed inconsapevole, sia molto molto più antica e si trovi nell’origine dell’Uomo stesso, che si dice abbia cantato prima ancora di parlare.

La notte dei canti in cerchio

Come nasce una canzone: Stayin’ alive

Nel 1977 uscì un film che ebbe un successo straordinario e diede notorietà mondiale all’attore John Travolta: La febbre del sabato sera (Saturday Night Fever), diretto da John Badham. Nella prima sequenza dopo i titoli di testa, dove il protagonista Tony Manero cammina con passo ritmato e baldanzoso per le strade di New York, con tutto il suo fascino strafottente, gli fa da sottofondo una canzone, scritta dai fratelli australiani Barry, Robin e Maurice Gibb, che è rimasta negli anni una delle canzoni più celebri e popolari dei Bee Gees: Stayin’ alive.
La pellicola venne concepita come un vero e proprio omaggio alla disco music e al fascino dominante negli anni settanta. La colonna sonora della pellicola vendette circa 41 milioni di copie in tutto il mondo; all’epoca diventò il disco più venduto di sempre, primato che mantenne fino alla pubblicazione di Thriller di Michael Jackson, ed occupa tuttora il quarto posto nella classifica dei lavori discografici con maggiore successo commerciale, in particolare proprio il brano Stayin’ Alive dei Bee Gees, che con questo film ritrovarono una nuova stagione di gloria.
Il produttore esecutivo della colonna sonora Robert Stigwood era anche il manager dei Bee Gees, e chiese al gruppo di scrivere un paio di canzoni per il film sul quale stava lavorando. In quel momento, il film era ancora in uno stato di mero progetto, privo persino del titolo. Le uniche indicazioni che Stigwood poté dare ai fratelli Gibb furono dei riferimenti sulla moda della musica disco che impazzava in quegli anni.
Stayin’ Alive venne scritta nel giro di pochi giorni dai componenti della band e venne registrata agli Château d’Hérouville Studios vicino a Parigi. Durante le registrazioni del brano morì la madre del batterista Dennis Byron, che fu costretto ad interrompere i lavori, quindi i Bee Gees dovettero cercare un rimpiazzo, e non riuscendo a trovarne uno in quella zona della Francia decisero di registrare e riprodurre un nastro magnetico nel quale veniva ripetuto all’infinito un frammento di batteria di Night Fever, altro brano da loro appena realizzato e che avrebbe avuto molto successo; il gruppo accreditò poi le parti di batteria di Stayin’ Alive ad un fantomatico “Bernard Lupe” (forse da “loop”?).
La RSO Records, l’etichetta discografica del gruppo, voleva che la canzone venisse chiamata Saturday Night, in modo da fungere da title track per l’album, ma i tre fratelli insistettero per cambiare il titolo, poiché pensavano che fossero già presenti troppi brani che contenevano nel testo la parola “saturday” (“sabato”); c’era inoltre già una canzone, Night Fever, ad avere al suo interno la parola “night” (“notte”). Stigwood rivelò il titolo del film (nell’originale inglese Saturday Night Fever, quindi contenente anch’esso il termine saturday) al gruppo prima della realizzazione della canzone, e fu in quel momento che a Maurice Gibb venne l’idea di battezzare il brano Stayin’ Alive.
Dopo La febbre del sabato sera, Stayin’ Alive è stata inserita nella colonna sonora di decine di film, spesso con intenti diversi rispetto al suo primo utilizzo e principalmente in modo parodistico. In una famosa scena del film comico L’aereo più pazzo del mondo, il brano (accelerato rispetto alla versione originale) fa da sottofondo ad una esagerata sequenza di danza, parodia del genere disco. La canzone inoltre si è sentita in numerosi altri film. Il brano, spesso indicato come la signature song del gruppo, è ancora oggi molto ascoltato in numerose occasioni, in particolar modo quando si desidera ricreare le atmosfere degli anni settanta.
Per il brano, i Bee Gees ottennero un Grammy Award nel 1979 nella categoria “miglior arrangiamento vocale per due o più voci”.
“Life goin’ nowhere, somebody help me…” Il testo evoca i momenti di disperazione e la difficoltà di vivere in una grande città dove tutti cercano il successo, ma dove bisogna combattere duramente per “stayin’ alive”, rimanere vivi.
P.R.

 

 

Canta fino a dieci… o undici!

Volete 10 buoni motivi per iniziare a cantare in un coro? Eleonora Bettinelli, blogger e anima della pagina Facebook “L’amante di musica classica imbruttito”, ce li propone nell’articolo semiserio Canta fino a dieci.

Motivi nobili e meno nobili che ci possono stimolare per unirci ad una formazione corale: benessere, relax, socialità, esercizio mentale, sviluppo della fiducia, divertirsi, anche in modo irriverente! Il tutto condito da brevi video di esempio delle infinite possibilità espressive che il canto corale ci offre, spaziando dalle forme più classiche a quelle più contemporanee, creative e imprevedibili.

Anche noi vi invitiamo ad unirvi ad un coro, ad un coro come nessun altro: un coro in cui si sperimentano arrangiamenti originali di brani pop, rock, gospel e jazz, ma insieme si dà spazio all’improvvisazione, alla creazione istantanea, alla ricerca della composizione collettiva ogni volta diversa e originale, grazie ad un lavoro di sviluppo dell’ascolto, dell’ear training e delle tecniche di direzione corale tratte dal Vocal Painting di provenienza nordica. Parliamo dell’approccio “The Intelligent Choir”, codificato dal danese Jim Daus Hjernøe, su cui potete trovare qui un approfondimento.

Singfulness Choir, di prossimo avvio a Torino, è questo e molto di più: venite a conoscerci, e aggiungerete il vostro undicesimo personale motivo alla lista!

BG

Stare nel flusso

“…ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier fará ritorno.”       (G. Leopardi)

Rientro alla quotidianità dopo le vacanze: è sempre un momento difficile. Anche se torniamo ricaricati e riposati, con rinnovate energie, il pensiero di affrontare la routine di lavoro, studio, casa, impegni, responsabilità ci instilla una certa malinconia. Quest’anno si aggiunge a questo stato d’animo il senso di incertezza che l’epidemia del Covid-19 porta con sé da alcuni mesi. L’estate pareva averci regalato una certa immunità dal virus, ma le notizie di questi giorni ci dicono che non è stato proprio così: ancora non è chiaro cosa ci riserveranno i mesi autunnali e invernali e come si configurerà la nostra “nuova normalità”. Le nostre capacità di sviluppare resilienza ed armonia interiore saranno dunque sempre più essenziali: saperci mantenere sereni e saldi, trovando in noi stessi la motivazione e la spinta ad accogliere quel che arriva.

Dice il maestro della Mindfulness Thich Nhat Hanh che “A volte la tua gioia è la fonte del tuo sorriso, ma a volte il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia.”. E noi, che più di ogni altra cosa amiamo cantare, rinforziamo il concetto con il pensiero dello psicologo William James: “Non si canta perché si è felici; si è felici perché si canta.” Le neuroscienze hanno ormai dimostrato gli effetti del canto sui processi neurochimici: cantare e improvvisare cantando potenziano la produzione di ormoni generatori di buon umore e diminuiscono quella degli ormoni stressogeni. Lo studio citato nell’articolo   http://www.thevoiceland.net/ormoni-e-canto-ecco-cosa-svela-la-scienza/ riporta in particolare l’efficacia del canto e dell’improvvisazione nel portare le persone verso lo “stato di flow”, ovvero uno stato ottimale per lo svolgimento di una performance caratterizzato dal sentirsi pienamente e piacevolmente immersi in ciò che si sta facendo. L’esperimento mostra che i partecipanti, cantando in gruppo ed in particolare improvvisando, sperimentavano la condizione di “social flow”, cioè una dimensione psicologica che coinvolge anche la percezione dell’interazione con gli altri, vissuta come un’esperienza di qualità e gratificante. Cantare insieme dunque promuove una più efficace connessione con le nostre riserve di ottimismo e ci aiuta a “stare nel flusso” positivamente insieme agli altri. Una perfetta terapia per questi tempi di incertezza. Bentornati, vi aspettiamo!

BG

Il gesto, la voce, il paesaggio

Come non stupirsi delle possibilità di movimenti e posizioni poetiche dei nostri corpi fino ad ora inesplorati? Come farne uno strumento creativo a disposizione della propria espressività ?
Attraverso la frequentazione di spazi nella natura e nell’arte, e la condivisione di vocabolari di gesti, si arriva a comporre dialoghi, che si esprimono con il linguaggio del movimento del corpo umano. Una poesia i cui versi si snocciolano tra ossa e muscoli , sguardi, palpabili emozioni.

Dalla necessità del gesto si può fluire all’atto creativo . Un andare e tornare, naturalmente lieve e concreto . Abitare liberamente i propri corpi . Partecipare liberamente alla presenza altrui. Esplorare con rinnovati sensi la percezione dei luoghi . Scoprire come l’esserci possa trasformarsi in una danza.
Rosa Cerri, danzatrice, coreografa, docente di Tai Ki Kung

Attraverso l’uso creativo della propria voce, si sviluppano ascolto, assenza di giudizio, fiducia, autostima, accettazione dell’errore, consapevolezza, e varie dimensioni delle relazioni umane.
Una esperienza nuova a cui tutti possono partecipare semplicemente lasciandosi andare… improvvisando.
Circlesinging guidata, improvvisazione libera su pattern e cenni di Vocal Painting.
Una proposta per rilassarci ascoltando le vibrazioni profonde delle nostre voci, per giocare con la propria creatività, dando vita ad una musica totalmente nuova.
Roberto Demo, cantante, improvvisatore, vocal coach EVT.

 

Info e Iscrizioni : Endra 3929484415

Sabato 5.9.2020 ore 10-18, con pausa pranzo

Costi: giornata intera 60€ – mezza giornata 40€

Pratica in ampi spazi all’aperto e al chiuso secondo necessità.
Evento nel rispetto della normativa attuale per la tutela della salute pubblica.

Se la tua voce è allegra, anche tu lo diventi

In questo periodo di isolamento forzato la preoccupazione per quanto stavamo vivendo ci ha spesso buttato addosso un sentimento di tristezza se non addirittura di depressione. Mi sono chiesto più volte quali strumenti usare per far fronte a periodi così difficili e cercando in rete mi sono imbattuto in questo articolo che parla di una ricerca molto interessante … “lupus in fabula”.

In un esperimento, modificare la tonalità della voce è servito anche a far cambiare l’umore delle persone. Una scoperta che apre scenari bizzarri ma interessanti per intervenire su disturbi come la depressione. Per chi è interessato ad approfondire non rimane che cliccare qui.

Come dice il famoso monaco buddhista Thich Nhat Hahn: “A volte la tua gioia è la fonte del tuo sorriso, ma a volte il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia“.

Loop e Loopstation 3

Prosegue il nostro cammino nel mondo delle App musicali e nello specifico delle applicazioni che ci permettono di registrare loop audio. Oggi allarghiamo un po’ la nostra visuale, andando a parlare di Acapella, un’altra App molto divertente da usare, che non solo registra l’audio, ma anche il video, affiancando le varie finestre relative alle linee melodiche (o ritmiche) registrate e sovrapposte.

Acapella esiste in versione limitata gratuita ed in versione completa attraverso un abbonamento mensile o annuo, che permette di affiancare fino a 9 finestre e fornisce anche una serie di strumenti di elaborazione del video e del suono, come equalizzatori, riverberi, delay che consentono una personalizzazione delle registrazioni molto interessante ed utile.

La prima cosa da fare è scegliere il “frame”, cioè il numero delle finestre nelle quali registrare le varie parti vocali e la durata massima della registrazione. Quindi è sufficiente selezionare una finestra e trovare l’inquadratura migliore. E’ ovviamente consigliabile l’uso delle cuffie, per non ri-registrare le tracce già finite su quella nuova (problema già trattato, comune a tutti i registratori multitraccia e le loopstation).

Una caratteristica molto simpatica è che si possono fare delle registrazioni anche parziali, lasciando libere alcune finestre “da completare” da qualche altro cantante o musicista noto o assolutamente sconosciuto. E’ possibile infatti caricare la “song” da completare in un’apposita  sezione “collab” del sito di Acapella, fatta apposta per proporre nuove collaborazioni ai diversi utenti. E’ possibile inoltre seguire gli autori più interessanti… un altro piccolo mondo all’interno della sfera dei social.

Questo è l’ultimo dei miei giochini. Cliccateci sopra…

Unico neo di questa divertentissima App è che esiste solo per il mondo Apple (iOS) e non per quello Android. Per gli utenti Android esiste un’App simile “Acapella Maker”, che ad un primo approccio sembra identica, ma che in realtà non funziona altrettanto bene a causa delle solite difficoltà di sincronizzazione del primo loop/video, come già accennato parlando di “Loopstation” e “Loopify” (sempre App per Android). Diciamo che si può in qualche modo ovviare al problema usando la nota App “TikTok”, ma non è proprio la stessa cosa.

Se volete vedere un po’ di altri esempi e cimentarvi con le collaborazioni proposte da altri cantanti provenienti da tutto il mondo, vi consiglio di iscrivervi alla pagina Facebook “Singing Together across the globe with Acapella and TikTok”

 

 

Cosa sto facendo…

be happy face rev

Sempre molto impegnato sul fronte didattico, dal lavoro con le quarte e le quinte elementari, ai gruppi corali a Cuneo e a Torino (a Passi di Pace e al Sermig), passando per le lezioni in studio… organizzando alcuni seminari che verranno proposti a breve… cercando di trovare il tempo per arrangiare un paio di nuovi brani…  ma soprattutto cercando di trovare un modo per creare un gruppo stabile di improvvisazione a Torino. Una cosa a cui tengo moltissimo, perché sono sicuro che crescerà nel tempo, portando gioia e divertimento a chiunque voglia partecipare.
A Cuneo ormai si naviga nel mare magnum delle improvvisazioni vocali a cappella a velocità di crociera…  mentre a Torino il gruppo purtroppo non decolla…
Purtroppo non è così facile descrivere a parole cosa vuol dire improvvisare a cappella… per alcuni sembra vocalmente troppo difficile, per altri una pratica troppo confusa e per altri ancora è troppo impegnativo lasciarsi andare e farsi attraversare dalla musica ed essere sorgente al tempo stesso…
In effetti non ci sono parole migliori di queste: bisogna provare! Le parole non rendono sufficientemente il concetto… forse proprio perché solo la poesia potrebbe entrare nelle profondità e nelle sfumature di un’esperienza di questo genere.

Vi invito quindi a venire a provare… come sempre senza impegno. Difficilmente rimarrete delusi… FIDATEVI !

Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì 7 maggio alle 21 presso Passi di Pace (vedi prossimo articolo).
In ogni caso se pensate che vi possa interessare, comunicatemi la vostra disponibilità e cercheremo di fissare degli incontri che tengano conto delle vostre richieste.

 

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